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Disfunzioni accomodazione: sintomi e segni più diffusi.

disfunzioni accomodazione

 

Sembra ormai comune per la pratica optometrica trovare difficoltà accomodative in soggetti non presbiti, ma quanto spesso si presentano e come incidono sul problema visivo?

In generale si concorda sul fatto che alle anomalie binoculari sono associate disfunzioni dell’accomodazione. Quando si presentano difficoltà nella convergenza, il sistema accomodativo reagisce in aiuto e questo avviene anche viceversa.

Osservando alcuni numeri, sembra verosimile che l’80% delle anomalie binoculari presenti anche una difficoltà accomodativa: ciò significa che l’impatto sulla popolazione possa coprire idealmente uno spettro dal 15% al 20% nel mondo.

Se a questo si aggiunge l’osservazione della tendenza, decisamente verso un aumento, all’utilizzo dei sistemi digitali, questi numeri potranno subire notevoli incrementi nel prossimo futuro. Un’ulteriore evidenza di ciò è la sempre maggiore richiesta di lenti oftalmiche “a supporto accomodativo” anche per i più giovani.

Bisogna però saper discriminare i problemi dell’accomodazione, perché non tutti si risolvono allo stesso modo, e non tutte le lenti, i prismi o le terapie visive agiscono allo stesso modo.

Considerando le tre grandi aree delle disfunzioni accomodative (insufficienza, eccesso e infacilità) come un “affaticamento della messa a fuoco”, tutte queste traggono beneficio da una corretta compensazione del difetto visivo.

 

Sintomi dell’accomodazione: quali sono i più diffusi?

La maggior parte dei sintomi sono possono essere visione sfuocata, mal di testa, dolore agli occhi, diplopia, problemi di lettura, affaticamento, difficoltà nel passaggio di messa a fuoco lontano-vicino e fotofobia.

Questi segnali sono frequentemente associati alle attività visive da vicino nel caso di insufficienza e alla visione da lontano nel caso di eccesso. Molti studi, condotti attraverso questionari anamnestici specifici, concordano sulla possibile relazione tra insufficienza di accomodazione e scarsi risultati nello studio.

 

 

La perla clinica

Il primo passo per una corretta valutazione delle anomalie accomodative è osservare i risultati dei test attraverso le lenti della refrazione ottimale per lontano (CO).

L’addizione di una lente per vicino è altrettanto utile per risolvere difficoltà di insufficienza accomodativa, il sustained o infacilità, facendo attenzione però a quantificarla nel modo opportuno, perché ogni sistema visivo risponde diversamente.

Altrettanto importante è il concetto che sistemi visivi che presentano difficoltà nel rilassare la messa a fuoco non rispondono bene all’uso di addizioni al punto prossimo, ma richiederanno trattamenti di altro genere, diverso da quello oftalmico.